La deindustrializzazione dell’agricoltura che pretendiamo non è l’eliminazione delle macchine nei processi produttivi. Deindustrializzare l’agricoltura significa dare priorità alla t/Terra, alla Terra intesa come universo cosmico e alla terra intesa come zolla che si calpesta, sulla quale si cammina, si produce. […] Il maiuscolo della Terra – il pianeta, i suoi ambienti, i suoi abitanti, le relazioni tra di loro, il luogo di possibilità della vita – con il minuscolo della terra – il luogo nel quale si vive e si producono relazioni sociali, produttive, culturali, affettive, il luogo delle esistenze individuali – non possono non avere relazioni di coerenza e di conseguenza.
È questo il quarto atto della sensibilità planetaria: avere rispetto per la sensibilità della t/Terra. Tutti i processi produttivi che, con o senza l’uso delle macchine, non tengono conto della sensibilità della terra o deliberatamente la distruggono, vanno combattuti con la terra, per la Terra. L’attività di produzione agricola è sempre, occorre ricordarlo, un’attività di coproduzione, uno scambio continuo e fecondo della relazione uomo-terra. […]
Cibarsi vuol dire avere sensibilità di tutto ciò, cibarsi non vuol dire soltanto alimentare il proprio corpo, ma nutrire la socialità, le reti di saperi, i piaceri che ruotano intorno alla sua attività. Il prodotto della terra molto prima di essere una merce è il frutto di una doppia relazione con gli uomini e con l’ambiente.